— SALVATORE DELL’ANNA PITTORE

Critica

Ha esposto per la prima volta al pubblico presso l’Art Gallery “Ossola” di Crevoladossola nell’aprile del 2017 e, dato l’interesse suscitato, nuovamente nel settembre del 2017 presso lo Studio Quadra Gallery di Domodossola.

 

La ricca e costante produzione di opere si caratterizza per una continua sperimentazione nel colore, nello stile e nei soggetti rappresentati. Nonostante l’ecletticità e varietà dei suoi quadri, il tratto dell’artista risulta chiaramente riconoscibile.

 

L’immaginario trasferito su tela appare statico ma riflessivo nei gesti lenti dell’attesa e della contemplazione paesaggistica, un soggetto all’apparenza privo di rilevanza estetica che diviene straordinario nei suoi accostamenti cromatici, nella cura del dettaglio e nella serenità che trasmette.

Salvatore Dell’Anna fissa i suoi colori a olio su tela
Tutto comincia con un ricordo.

 

Un’immagine che riaffiora alla mente, un momento passato e legato ad un’emozione, un’esperienza vissuta con le persone più care, uno scorcio che ha riempito il cuore.
Così come questi ricordi riemergono inaspettati, senza preavviso, così essi prendono forma e si materializzano sulla tela, diventano immagini concrete, che parlano di vita.
Sono immagini interiori in cui la natura è la protagonista indiscussa ed incontrastata: lo scintillio del mare d’estate, la fragranza dei fiori primaverili, la succulenza del fico d’india, la robustezza dei trulli, l’inaccessibilità della montagna; ogni tela costituisce un’istantanea, ciò che resta di un’esperienza vissuta che ha lasciato una traccia di sé – un’impronta interiore.

 

Tutto il significato di queste composizioni è racchiuso negli elementi naturali, che sono stati plasmati dalla forza di una memoria che rielabora, modifica, reinterpreta attraverso l’energia di un segno sicuro, di colori brillanti che si accendono e si compenetrano.
Le suggestioni della terra – una terra ancestrale, quella delle origini, si tramutano in impressioni cromatiche, in una figuratività impetuosa i cui contorni sono ora netti ed evidenti, ora frastagliati e sfrangiati, così come la mente ce li restituisce.
Anche il punto di vista è assolutamente personale: il paesaggio ci viene restituito a volte dall’alto, una visione che del Futurismo conserva l’audacia ma che rinuncia al massimo dinamismo, a favore di un invito alla contemplazione.

 

L’essere umano è spesso il grande assente di queste composizioni: non c’è spazio per lui in questo mondo puro e purificato; a volte la presenza dell’uomo si intuisce appena, attraverso i profili delle case o le barche che, solitarie, solcano il mare. Laddove qualche persona abita la scena, lo fa in modo discreto, silenzioso, senza fare rumore.
È il sogno di una ritrovata armonia.

 

Prof.ssa Marina De Palma
(Docente di storia dell’arte)